Il team degli effetti visivi di 1917 (da destra) Greg Butler, Guillaume Rocheron e Dominic Tuohy (afp)

I tre Oscar a '1917' il film che sembra Fortnite

1 minuti di lettura
Se volete capire la ragione dei tre Oscar "tecnici" di "1917" (sonoro; fotografia; effetti speciali) e perché il capolavoro di Sam Mendes non è stato premiato anche come miglior film; e se volete finalmente scoprire cosa appassiona davvero vostro figlio adolescente quando sta davanti al computer; la risposta è sempre la stessa: "Fortnite".

"1917" passerà alla storia come il primo film d'autore che sembra un videogioco sparatutto. "Quel videogioco sparatutto" che dal 2017 - cento anni esatti dopo la vicenda narrata nel film - ha conquistato il mondo.

Il film di Sam Mendes ne riproduce l'estetica, gli schemi, i livelli (su Twitter se ne parla parecchio). In Fortnite il protagonista (il giocatore) viene paracadutato su un'isola misteriosa sulla quale deve sopravvivere sparando ai nemici e facendosi aiutare da compagni occasionali; così in "1917" due soldati inglesi vengono mandati oltre le linee nemiche per avvisare un reparto di un pericolo imminente.

Su questo parallelismo Mendes costruisce un unico "piano sequenza" che dura quasi due ore: la telecamera segue i protagonisti come dentro Fortnite l'inquadratura accompagna il giocatore. Non sai mai chi ci sia dall'altra parte, dove siano i nemici, se quel ponte o quella fattoria saranno la via per la salvezza o per la morte. Senti un rumore in lontananza o vedi una colonna di fumo e l'unica cosa che puoi fare, con il protagonista del film, è avvicinarti e scoprire di che si tratta.

Dal punto di vista tecnico girare un film di guerra in questo modo dimostra una bravura portentosa. Per lo spettatore è una esperienza immersiva e talvolta claustrofobica: sei fra le le trincee di una guerra infinita e non hai mai il respiro di un controcampo, non sai mai cosa c'è là fuori. Non è solo il piano sequenza a farti sentire in un videogioco: c'è la costruzione della storia, una storia vera, narrata a Sam Mendes dal nonno, montata come se fossimo davanti a una console: l'annuncio della missione impossibile, l'equipaggiamento di armi e strumenti per sopravvivere, le cose da raccogliere lungo il percorso che possono allungarti la vita (il latte appena munto), e la sensazione che la storia proceda a livelli, ogni volta che ne superi uno, la scena cambia.

Un "film videogame": dev'essere per questo motivo che i giurati dell'Academy di Hollywood non si sono entusiasmati; se avessero votato i loro nipoti il verdetto sarebbe stato un altro.