Cronaca

L'Italia seconda per numero di vittime dopo la Cina 

Coronavirus, cresce l'epidemia: 6.387 malati, 1326 più di ieri, 366 morti e 622 i guariti. Italia seconda per vittime dopo la Cina

I dati aggiornati a livello nazionale dal capo della protezione civile Angelo Borrelli, In Lombardia il 72,9 % delle vittime. Brusaferro (Istituto superiore di Sanità): "Al momeno nessuna previsione sul picco"

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ROMA - Cresce l'epidemia di coronavirus in Italia. Sono 6.387 i malati  con un incremento di 1.326 persone rispetto a ieri (+26,2% in un giorno),  e 366 i morti, 133 in più (+ 57% in un giorno). Il dato aggiornato è stato fornito dal commissario Angelo Borrelli nella conferenza stampa alla Protezione Civile. "Oggi ci sono 33 guariti in più, che diventano 622 (+5,6%). Registriamo 133 decessi, in totale 366", ha aggiunto. Il numero totale dei casi totali di coronavirus è di 7.375. Che conta, oltre alle persone attualmente positive anche i guariti e i decessi. E dai dati della Johns Hopkins University emerge che il nostro Paese è al secondo posto nel mondo, dopo la Cina, per numero di vittime e di contagi.
La situazione in Italia: dati e mappe

I numeri

La Lombardia si conferma la regione di gran lunga più colpita dall'epidemia di Covid-19 considerando che dei 366 deceduti con coronavirus in Italia 267 sono nella sola Lombardia, pari al 72,9% del totale. Altri 56 decessi sono avvenuti in Emilia Romagna e 18 in Veneto. Altre 6 Regioni contano tra 1 e 7 deceduti ciascuna.

Quanto ai malati ricoverati in terapia intensiva, sono 650, ovvero 291 in più rispetto a ieri. Di questi, ben 399 sono in Lombardia, che ha avuto un incremento in un giorno di 40 casi. Sono invece 3.557 i malati con sintomi ricoverati e 2.180 quelli in isolamento domiciliare. Il commissario ha poi detto che "tredici pazienti sono già stati trasferiti o sono in corso di trasferimento dalla Lombardia alle regioni limitrofe" per alleggerire le terapie intensive.

La lotta al virus

Aumentano i contagi ma cresce anche l'impegno per contrastare il coronavirus. "Per quanto riguarda le forze in campo il numero cresce", ha detto Borrelli, "siamo a circa quattromila e il numero delle tende messe a disposizione per le strutture di pre-triage sono 412". Non solo. Per la mascherine "stiamo firmando una serie di contratti che dal 12 marzo al 30 aprile ci metteranno a disposizione 22 milioni di quelle chirurgiche", ha aggiunto.

Italia seconda dopo la Cina per morti e contagiati 

Ma i numeri illustrati da Borrelli fanno ancora più impressione se messi su scala mondiale, come fa la Johns Hopkins University: l'Italia, con 366 vittime, è il secondo Paese per numero di morti legati al coronavirus dopo la Cina, che ne registra circa 3.000. A seguire ci sono Iran (194) e Corea del Sud (50). E l'Italia è seconda dopo la Cina anche nel numero delle persone contagiate: questo perché il numero dei malati citato dall'università americana (7.375) non tiene conto dei guariti (622) e dei morti (366), che invece vengono sottratti dal conteggio della Protezione civile, che fissa il numero dei contagiati a 6.387.

CORONAVIRUS -  I contagi nel mondo giorno per giorno

L'Iss: dipende dai nostri comportamenti quanto circolerà il virus

Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, interpellato in merito alla crescita del numero dei decessi avvenuti oggi rispetto ai giorni scorsi, ha spiegato: "Parliamo sempre di pazienti molto anziani, il 60% sono ultra ottantenni, caratterizzati da più patologie croniche. Comunque hanno una mortalità più bassa rispetto alla stessa fascia di età dei dati della Cina con cui poterci comparare". Ha poi ribadito l'importanza cruciale della prevenzione.
"Se continuiamo a comportarci come se nulla fosse, che lo facciamo a Milano o lo facciamo in un'altra città del centro o del Sud Italia, non è che il virus non circola". Lo ha ricordato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, intervenendo alla conferenza stampa alla Protezione Civile. "Ecco perché è stato proposto dal presidente del Comitato tecnico scientifico", e varato dal presidente del Consiglio dei ministri, "un provvedimento che mira a rendere consapevole ogni cittadino italiano di quanto sia importante l'adozione di queste" misure, "indipendentemente da dove viviamo".
"Non c'è una parte d'Italia completamente immune, ci sono parti d'Italia dove al momento il virus circola meno. Dipende dai nostri comportamenti quanto circolerà. Decisive le "misure di distanziamento sociale", ha concluso  Brusaferro. "Non è che se uno si sposta il tema cambia", ha detto rispondendo sull'esodo di ieri sera dal Nord Italia. Alla domanda su quando si pensa verrà raggiunto il picco dell'epidemia in Italia. Brusaferro ha detto: "Al momento non mi sento di fare previsioni".