23 ottobre 2019 - 11:03

The Witcher, il racconto della visita esclusiva sul set della serie Netflix

Tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski, l'adattamento della saga che racconta le avventure di Geralt di Rivia sarà disponibile sulla piattaforma di streaming entro la fine dell'anno

di Marina Pierri

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Una visita sul set in esclusiva per l'Italia

Budapest, gennaio 2019. Corriere visita, in esclusiva per l'Italia, il set di The Witcher ossia l'attesa serie tv Netflix - in arrivo entro la fine del 2019 - che sarà peraltro presentata tra poco in un Lucca Comics and Games in parte trasformato, per l'occasione, nel Continente stesso dove ha luogo l'intera vicenda (si attende anche un trailer, e la presenza della showrunner Lauren Schmidt Hissrich con le due attrici protagoniste). Tratta dai romanzi dell'autore polacco Andrzej Sapkowski (anche lui a Lucca Comics), la saga letteraria The Witcher (editore Nord) è stata anche adattata da CD Projekt Red in tre videogame di cui l'ultimo (The Witcher III: Wild Hunt) è a oggi considerato un capolavoro dell'arte videoludica. La storia è quella di Geralt di Rivia (il fu Superman Henry Cavill), cacciatore di mostri dal grande cuore e dall'apparenza arcigna che farà di tutto pur di proteggere la giovane principessa Cirilla (Freya Allan) assieme alla strega con cui ha una relazione piuttosto complicata, Yennefer di Vengerberg (Anya Chalotra). «The Witcher III è il mio videogioco preferito» racconta Cavill che ha fortemente voluto il ruolo di Geralt, «e sebbene la serie abbia come matrice esplicita i racconti e il ciclo di romanzi di Sapkowski non posso evitare di ispirarmi in qualche modo a un immaginario che funziona da ancora per tutti. Quando si legge - e io ai libri sono arrivato dopo - ognuno immagina quanto descritto con i suoi strumenti. Avere una base comune come i videogame è stato utile». Nel grande complesso dove si gira The Witcher fa piuttosto freddo. Piccole stufe scure riscaldano i vari angoli della struttura in cui prendono forma i vari paesi che formano il Continente. Ciascuno ha un'ispirazione precisa: Cintra consta di elementi art nouveau, come racconta ai giornalisti la set decorator Naomi Moore; Aretuza è piuttosto gotica con pennellate indiane (la maggior parte dello shopping di tessuti per la serie è avvenuto, del resto, in India); Blaviken avrà un tocco scandinavo e Vizima ispirazione asiatica. In realtà, di tutto questo, vediamo con i nostri occhi soltanto la grande hall del castello di Cintra dove osserviamo la costruzione di una scena complessa che vede protagonisti la principessa Pavetta e il principe maledetto Duny (che ha la testa di un porcospino mostruoso). Tra vari ciak da varie angolazioni appare anche Cavill stesso. Nonostante la infame prova trucco pubblicata mesi fa abbia ispirato meme e paragoni poco lusinghieri, l'attore con capelli grigi più scuri (che lo fanno somigliare meno a Legolas de Il signore degli anelli) e armatura sembra molto calato nella parte: ha una voce fonda e affascinante che ricorda quella del Geralt videoludico, e l'espressione cinica tipica del personaggio. Commenta il matrimonio da lontano, pronto al peggio (anche se non vediamo mai quale sarà il colpo di scena). Ci viene detto spesso, nel corso della giornata e non senza qualche risatina, che Cavill parla come Geralt anche a riprese terminate tanto è immerso nella parte dello strigo dagli occhi gialli. 

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